Addio all'alpino Nodari, reduce di Nikolajewka

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26/11/2011
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Vincenzo Nodari, aveva 95 anni

Treviglio
«Dio del cielo, Signore delle cime, un nostro amico hai chiesto alla montagna. Ma ti preghiamo: su nel Paradiso lascialo andare per le tue montagne».
La voce possente di un coro di alpini, ha strappato lacrime e commozione alla folla di fedeli che, mercoledì mattina, ha riempito la parrocchiale di Arcene per i funerali di Vincenzo Nodari, l'alpino di 95 anni nativo di Cirano di Gandino (ma dal 1973 residente a Treviglio) morto lunedì scorso. Ora riposa nel cimitero di Arcene dove è sepolta anche la moglie Maria, venuta a mancare cinque anni fa.
Da tempo non si allontanava più da casa per motivi di salute. Ma in cascina non gli è mai mancata la compagnia degli alpini di Treviglio.
Nato il 26 gennaio del 1916, aveva compiuto il suo 27° compleanno durante l'inferno della ritirata dal fronte russo, il 26 gennaio 1943, il giorno fatidico della battaglia di Nikolajewka «durante la quale – soleva raccontare – non sapevamo più se eravamo uomini o pupazzi di neve che il vento disfaceva e ricomponeva a suo piacimento».
Era cosciente e fino a poco tempo fa leggeva senza occhiali i giornali «soprattutto L'Eco di Bergamo che riporta le notizie della mia valle ma anche il "Popolo cattolico" di Treviglio che mi consente di continuare a conoscere molte cose buone di questa mia terra adottiva». Le medaglie ricevute sono conservate in casa con il suo cappello di alpino. Le sue memorie sono al sicuro, raccolte dalla nipote Claudia che le ha registrate al computer e inviate all'Ana di Bergamo.

Autore: 

Saverio Volpe

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