Al funerale in Città Alta chiesa gremita di fedeli e sacerdoti Il grazie del vescovo Amadei: ha servito la diocesi fino all'ultimo
Un prete esemplare, che ha vissuto i suoi 63 anni di sacerdozio a totale servizio della Chiesa di Bergamo. Ieri mattina si sono svolti i funerali di monsignor Giovanni Carnazzi, morto sabato scorso a 86 anni. Il feretro, partito dalla chiesa di San Pancrazio, è stato portato al Carmine per l'ultimo saluto. Erano tante le persone presenti, fra cui la fedele familiare Maria, che l'ha assistito per oltre 43 anni, i nipoti e i parrocchiani delle comunità in cui ha esercitato il ministero: Nembro, Martinengo e Cattedrale. C'erano i canonici del Capitolo, di cui era stato membro. Un centinaio i sacerdoti, per testimoniare la stima verso colui che, come educatore e vicerettore del Seminario, ha formato intere generazioni di preti. Tre i presuli bergamaschi intervenuti: il vescovo Roberto Amadei, il vescovo emerito di Brescia Bruno Foresti e l'ausiliare di Cochabamba in Bolivia Angelo Gelmi, nativo di Gandino, parrocchia dove monsignor Carnazzi era nato il 24 settembre 1921.
«Vogliamo dire grazie al Signore – ha detto monsignor Amadei all'inizio dei funerali – per il generoso ministero sacerdotale di don Giovanni. Grazie a don Giovanni per quanto ha seminato nei sacerdoti e per gli esempi che ha dato a tutti noi e alla nostra diocesi, da lui amata e servita fino all'ultimo».
«La via dolorosa degli ultimi anni di don Giovanni è arrivata al compimento – ha detto nell'omelia il canonico monsignor Cornelio Locatelli, compagno di Messa ma soprattutto amico del defunto –. Ora è andato a vedere il Signore, come ha scritto nel testamento spirituale». Monsignor Locatelli ha ricordato la stima di cui era circondato il confratello. «Lo abbiamo conosciuto, amato e stimato. Il suo ministero sacerdotale è stato tutto un sì fedele al Signore e ai vescovi. Si poteva prevedere che l'ora della sua morte stava per giungere, eppure è apparsa repentina. Però don Giovanni aveva la lucerna accesa. Mentre proviamo dolore per la sua morte, apriamo i nostri cuori al destino che tutti attende in Cristo risorto». La sua vita e la sua morte continuano a parlare a chi l'ha conosciuto. «Don Giovanni – ha aggiunto monsignor Locatelli – ci invita ad ascoltare la Parola di Dio e a metterla in pratica. Ci invita alla vigilanza del Vangelo in attesa del Signore che bussa alla porta. Ci invita a riaffermare la nostra fede in ogni nostra giornata. Caro don Giovanni, davanti alla Madonna del Carmine da te tanto amata, ti chiediamo di continuare a pregare per noi, per i tuoi nipoti e per l'amata Chiesa di Bergamo». Alle preghiere dei fedeli, due nipoti hanno ricordato che lo zio defunto «non è mai stato una persona qualunque, ma un uomo e un prete vero».
Prima della benedizione della bara, una nipote ha letto la sua testimonianza, definendo lo zio «uomo e prete di ascolto, amico, padre e fratello, buon samaritano e mai giudice di nessuno, un credente che aiutava a credere, prete vicino a chi aveva perso fede, fiducia e speranza. A tutti parlava della tenerezza di Dio. Grazie, carissimo zio don Giovanni, sei stato un prete esclamativo, per riprendere un termine del santo curato d'Ars. Esclamativo, perché eri sempre capace di stupore davanti alle meraviglie di Dio e del creato». La salma di monsignor Carnazzi è stata sepolta nel cimitero di Martinengo.
«Vogliamo dire grazie al Signore – ha detto monsignor Amadei all'inizio dei funerali – per il generoso ministero sacerdotale di don Giovanni. Grazie a don Giovanni per quanto ha seminato nei sacerdoti e per gli esempi che ha dato a tutti noi e alla nostra diocesi, da lui amata e servita fino all'ultimo».
«La via dolorosa degli ultimi anni di don Giovanni è arrivata al compimento – ha detto nell'omelia il canonico monsignor Cornelio Locatelli, compagno di Messa ma soprattutto amico del defunto –. Ora è andato a vedere il Signore, come ha scritto nel testamento spirituale». Monsignor Locatelli ha ricordato la stima di cui era circondato il confratello. «Lo abbiamo conosciuto, amato e stimato. Il suo ministero sacerdotale è stato tutto un sì fedele al Signore e ai vescovi. Si poteva prevedere che l'ora della sua morte stava per giungere, eppure è apparsa repentina. Però don Giovanni aveva la lucerna accesa. Mentre proviamo dolore per la sua morte, apriamo i nostri cuori al destino che tutti attende in Cristo risorto». La sua vita e la sua morte continuano a parlare a chi l'ha conosciuto. «Don Giovanni – ha aggiunto monsignor Locatelli – ci invita ad ascoltare la Parola di Dio e a metterla in pratica. Ci invita alla vigilanza del Vangelo in attesa del Signore che bussa alla porta. Ci invita a riaffermare la nostra fede in ogni nostra giornata. Caro don Giovanni, davanti alla Madonna del Carmine da te tanto amata, ti chiediamo di continuare a pregare per noi, per i tuoi nipoti e per l'amata Chiesa di Bergamo». Alle preghiere dei fedeli, due nipoti hanno ricordato che lo zio defunto «non è mai stato una persona qualunque, ma un uomo e un prete vero».
Prima della benedizione della bara, una nipote ha letto la sua testimonianza, definendo lo zio «uomo e prete di ascolto, amico, padre e fratello, buon samaritano e mai giudice di nessuno, un credente che aiutava a credere, prete vicino a chi aveva perso fede, fiducia e speranza. A tutti parlava della tenerezza di Dio. Grazie, carissimo zio don Giovanni, sei stato un prete esclamativo, per riprendere un termine del santo curato d'Ars. Esclamativo, perché eri sempre capace di stupore davanti alle meraviglie di Dio e del creato». La salma di monsignor Carnazzi è stata sepolta nel cimitero di Martinengo.
Data di inserimento:
26-01-2008