Addio a Mario Airoldi: studiò il virus dell'Aids

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06/01/2007
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 Un uomo dai mille interessi, dalla vasta cultura e innamorato della città di Bergamo: è morto il 2 gennaio scorso Mario Airoldi, 83 anni, residente in viale Papa Giovanni, persona molto conosciuta in città per aver ricoperto, tra l'altro, per oltre trentacinque anni l'incarico di veterinario capo del Comune di Bergamo.
Originario di Gandino, dopo aver conseguito la maturità classica al Collegio Sant'Alessandro, si laurea in veterinaria all'Università di Parma. Dal matrimonio con Anna Pesenti nascono le figlie Lalla e Grazia. La figlia Lalla lo ricorda come «un uomo dalla grande capacità d'incontro con le persone e dai mille interessi; era una persona con un carattere fortissimo, capace di grandi slanci e con numerosi impegni anche in ambito sociale. Da giovane aveva partecipato alla lotta partigiana». La figlia ricorda l'impegno del padre come docente di Anatomia patologica alla facoltà di Veterinaria dell'Università di Parma e i riconoscimenti ottenuti dall'Università di Philadelphia per le sue ricerche scientifiche iniziate nel 1974, condotte in collaborazione con Gaetano Azzolina nell'ambito dell'immunologia, e che hanno rappresentato un contributo importante per lo studio dell'Aids: «Era una persona dalla vasta cultura – sottolinea la figlia –, un grande lettore e un appassionato di viaggi. La ricerca scientifica lo attirava moltissimo. Amava la medicina veterinaria e il suo lavoro che ha sempre svolto con grande passione: è stato veterinario capo del Comune di Bergamo dagli anni Sessanta sino alla metà degli anni Novanta. Mio padre era anche molto legato a Bergamo, una città che amava davvero tanto». «È stato un nonno amorevole – conclude la figlia Lalla -. Di lui conservo molti ricordi belli: ci univa una grande stima reciproca. Con noi figlie è stato un padre di grande intelligenza».
Anche Franco Tentorio, consigliere comunale di Bergamo per Alleanza nazionale, ricorda la grande preparazione culturale di Mario Airoldi e il suo «impegno come docente negli Stati Uniti. È stato un grande amico mio e di mio padre: erano entrambi molto tifosi dell'Atalanta. Era un uomo di grande compagnia e appassionato di politica. Mario Airoldi ha assistito e accompagnato la crescita della città di Bergamo con grande attenzione e sensibilità: era un “giudice” della legalità ed era un uomo severo e giusto». A ricordarlo anche il senatore Vincenzo Bombardieri: «Un amico e una persona generosa e buona, sempre pronto e disponibile ad aiutare gli altri in caso di bisogno».

Autore: 

G. Ra.

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