A Palazzo Reale di Milano per la grande mostra su Arcimboldo, eccentrico pittore del XVI secolo
Trait d'union ideale fra Milano e Vienna è uno dei capolavori tessili conservati nel Museo della Basilica di Gandino, inserito nel percorso espositivo della mostra. Si tratta di un paliotto d'altare (ancor oggi utilizzato nelle funzioni più solenni) realizzato in teletta e ricamo d'oro zecchino del XVI secolo.
«Il manufatto – conferma Silvio Tomasini, rettore del Museo gandinese – era un tempo ritenuto di origine viennese, ma approfonditi studi di Chiara Buss, esperta internazionale e curatrice della sezione tessile della mostra, lo attribuiscono a una bottega milanese. È eseguito con una tecnica straordinariamente ricca che vede la confezione di un ricamo interamente realizzato in oro sopra una teletta pure interamente aurea ottenendo effetti di straordinaria lucentezza. Il disegno, in sostanza, è reso solo dall'impressionante quantità di metallo prezioso usato per la confezione».
La provenienza del paliotto è attestata dalla relazione del prevosto di Gandino don Francesco Bossio a padre Donato Calvi, autore della celeberrima Effemeride (1668), che lo descrive come «dono dei Baroni Giovanelli e proveniente dall'avanzo delle bardature di un cocchio da parata dell'imperatore». Ad attestare l'origine imperiale vi sono anche, al centro del fittissimo disegno che alterna mazzetti di spighe alla corona imperiale, tre ripetizioni del monogramma «FM», sormontate da corone imperiali. Il monogramma indicherebbe le iniziali degli imperatori Ferdinando II e Massimiliano II imperatori del Sacro Romano Impero, alla cui corte era ospitato l'Arcimboldo.