«A Gandino senegalesi integrati»

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Data pubblicazione: 

31/08/2008
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Sorpresa e incredulità. Questi gli stati d'animo di molti gandinesi dopo la notizia diffusa dai media anche nazionali, ma circolata in paese già venerdì, del fermo del cittadino senegalese Alì Ndiogou, residente in paese in via Purgatorio 2, e sospettato dell'assassinio di Maria Grazia Pezzoli, l'imprenditrice di Vertova uccisa a coltellate il 24 luglio scorso nella sua abitazione di via Cinque Martiri, all'imbocco della Valvertova.
Sorpresa e sconcerto anche nella comunità senegalese che vive e lavora a Gandino, costituita da una settantina di persone. Si stenta a credere che uno dei suoi membri possa essersi macchiato di un delitto così efferato come quello di cui viene accusato l'extracomunitario, prelevato assieme ad un connazionale venerdì mattina dai carabinieri dall'abitazione condivisa con altri due immigrati per essere tradotto a Bergamo a disposizione del magistrato.
«Dire che sono rimasto stupito - dice il sindaco Gustavo Maccari -, quando ho saputo della notizia, è dire poco: non avrei mai pensato che tra gli extracomunitari che vivono e lavorano a Gandino, in particolare nella comunità senegalese che è sempre stata tranquilla e pacifica, ci potesse essere qualcuno accusato di un delitto così grave. La mia meraviglia deriva anche dal fatto che non è mai emerso alcun sintomo di disagio nelle comunità di stranieri del nostro territorio». «L'Amministrazione comunale - continua - ha sempre tenuto con le varie etnie rapporti improntati alla massima disponibilità e alla collaborazione, e abbiamo invitato gli stranieri a rivolgersi in Comune per la soluzione dei problemi e per segnalare situazioni di difficoltà e di necessità».
«Abbiamo creato appositamente per questo una consulta - continua -: per favorire l'integrazione e, in un certo senso, tenere sotto controllo gli ospiti, sapendo chi sono, cosa fanno e quali esigenze hanno. Ma, al di là di tutto, si impone la cautela che suggerisce di attendere gli sviluppi dell'azione».
Sul caso è tornato anche l'assessore ai Servizi sociali Francesco Bergamelli, referente per la Consulta degli stranieri, che ribadisce: «I senegalesi residenti a Gandino sono persone che non hanno mai dato problemi, sono dedite al lavoro e alla famiglia e l'istituzione della Consulta formata da loro rappresentanti ha contribuito a stabilire con essi un dialogo che non può non favorire l'integrazione. Il fermo di uno di loro ha creato sconcerto nella intera comunità senegalese che ne è rimasta scossa».
Sconcerto esprime anche Bepi Rottigni, fotografo noto in paese e titolare di un frequentato negozio, che confessa il suo stupore. «Non avrei mai pensato che tra gli extracomunitari, in particolare tra i senegalesi che conosco bene, potesse esserci un assassino, stando almeno alle conclusioni a cui sono arrivati finora gli inquirenti. Per quanto mi riguarda resto nel dubbio e attendo di conoscere gli sviluppi della vicenda».

Autore: 

F. I.

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