A Gandino rivive la tradizione «Pastorèla» nella basilica

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28/12/2010
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I suonatori che il 24 dicembre a Gandino hanno riproposto la nenia della Pastorèla

I più anziani lo affermano con orgoglio: «La melodia nasce al buio, come il Salvatore».
Si è rinnovata anche quest'anno, in occasione del Natale, la tradizione tutta gandinese della Pastorèla, il gruppo di suonatori che anima la notte santa, portando avanti una tradizione che affonda le radici nel 1800.
La trascrizione di Picinali
Il gruppo, una quindicina di elementi, si ritrova all'imbrunire della vigilia e percorre le vie del paese e delle frazioni di Cirano e Barzizza ripetendo una nenia che i gandinesi conoscono a menadito.
Suoni caratteristici, modulati dai mandolini, dalle chitarre, dai flauti e dai violini, cui si aggiungevano un tempo le «campanine», una sorta di xilofono con barrette in vetro e cassa armonica in legno.
La Pastorèla è in molti casi un obbligo di famiglia, una tradizione che si tramanda di padre in figlio. A tenere viva la tradizione ha contribuito negli anni l'impegno di Lorenzo Picinali, che alcuni decenni fa trascrisse per la prima volta sul pentagramma la «Pastorèla», normalmente tramandata dalla tradizione orale ed eseguita a orecchio. Nel 1955 l'esecuzione natalizia fu oggetto anche di un'artigianale incisione discografica: Antonio Todisco, con mezzi di fortuna, realizzò un disco di vinile dal titolo «Gandino in festa».
Andrea Castelli di Cirano riuscì a ricostruire le coordinate storiche di questo gruppo. Tutto partì da Andrea De Giorgi, figura chiave della storia musicale gandinese, che nel 1895, era amico della famiglia Picinali (i Manòt di Cà da Poz) e si affezionò in modo particolare a Quirino, quindicenne, che manifestava una forte attitudine nel suonare le «campanine».
De Giorgi insegnò al piccolo la Pastorale da lui composta, e Quirino prese a suonarla con la chitarra la notte di Natale insieme all'amico Carlo Ongaro che si destreggiava con il mandolino. Ai due si aggregarono due chitarristi e questo consentì a Quirino di aggiungere al complesso le campanine. Gli anni in cui il gruppo acquistò pieno vigore sono quelli del Dopoguerra, in una Gandino allora punteggiata da più di venti osterie. Nelle sale anguste ma tanto familiari di «Iko» in via Dante o del «Pierenela» in Cima Gandino si sono affinate capacità strumentali di altissimo livello.
Le tappe nella notte di Natale
Ancora oggi irrinunciabili alcune soste durante il percorso della notte di Natale: la casa del prevosto in via Bettera, il Salone della valle sede del consiglio comunale, la sede del gruppo alpini e la basilica di Santa Maria Assunta, dove anche quest'anno i suonatori hanno proposto la tradizionale nenia al termine della Messa di mezzanotte.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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