«A Cuba speranze per la libertà di fede»

Il nunzio bergamasco Bonazzi sulla visita di Bertone «Sarà un passo avanti nelle relazioni Stato-Chiesa»

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Data pubblicazione: 

07/02/2008
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Monsignor Luigi Bonazzi
Questo il testo dell'intervista che il nunzio vaticano a Cuba, monsignor Luigi Bonazzi, ha rilasciato all'agenzia Sir, Servizio informazione religiosa
«L'attesa e la grande speranza è che la visita permetta un passo in avanti nelle relazioni Chiesa-Stato e sia un momento per i cattolici di celebrare la propria fede, di mostrare il loro impegno nel costruire la comunità ecclesiale». A parlare è l'arcivescovo Luigi Bonazzi, bergamasco, nunzio apostolico a Cuba, a proposito dell'imminente viaggio a Cuba del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato della Santa Sede, in programma dal 20 al 26 febbraio per celebrare i 10 anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II, nel gennaio 1998.
Tra i momenti più importanti della visita del cardinale Bertone, anticipati al Sir, ci sarà la Messa nella cattedrale dell'Avana il 21 febbraio; il 23 febbraio, l'inaugurazione di un monumento a Giovanni Paolo II a Santa Clara, nel luogo in cui il Papa celebrò la prima Messa; il 24 febbraio, il rosario al santuario della Virgen del Cobre e la Messa a Guantanamo, per ricordare i 10 anni dall'istituzione della diocesi, eretta proprio durante la visita del Papa. Significativa sarà la conferenza che Bertone terrà all'università dell'Avana, il 25 febbraio, sul «contributo del cristianesimo ai fondamenti dell'etica», per «sottolineare la naturale sintonia tra il Vangelo e la cultura – precisa monsignor Bonazzi – e l'attenzione della Chiesa al mondo della cultura». Saranno invitati i docenti, i diplomatici, le autorità dello Stato. In accordo con le autorità cubane ci sarà anche una visita a l'Elam, la Escuela latino-americana de medicina, dove studiano più di 4.000 studenti.
Il cardinale Bertone andrà a Cuba per celebrare i 10 anni della visita di Giovanni Paolo II. Cosa ha significato per la Chiesa cattolica quell'evento?
«È stato un momento in cui la Chiesa ha potuto manifestare liberamente la sua identità e la sua consistenza, uscire un po' all'aperto e far vedere cosa significa far parte della Chiesa. Da parte dello Stato servì a constatare la presenza di una comunità che con libertà, senza timori, mostrava l'importanza di fare del Vangelo il punto di riferimento della propria vita».
Quali aspettative da questa visita?
«L'attesa e la grande speranza che soggiace a questa visita è che, da una parte, possa permettere un passo in avanti nelle relazioni Chiesa-Stato, ossia nella presa di coscienza da parte dello Stato di quella che è la natura e la missione della Chiesa, in modo che con sempre maggiore agilità e libertà la Chiesa possa svolgere la sua missione per il bene dei fedeli e della nazione. E dall'altra è un momento per i cattolici di celebrare la loro fede, di mostrare la loro adesione al Vangelo, il loro impegno nel costruire la comunità ecclesiale».
Ovviamente incontrerà le autorità cubane. C'è qualche conferma?
«Il desiderio di promuovere le relazioni tra Chiesa e Stato implica l'incontro con le autorità. C'è la disponibilità del cardinale Bertone ad incontrare tutte le più alte autorità cubane, poi dipenderà dalle circostanze. Qualora si renda possibile, certamente il presidente Fidel Castro potrebbe essere una delle persone visitate. Dipende più dalle circostanze, dalle sue condizioni di salute. Si suppone che incontrerà Raul Castro».
Quali punti, tra quelli in discussione tra Chiesa e governo cubano, sono più urgenti?
«Per la missione della Chiesa e il servizio che può dare alla gente e ai fedeli, è molto importante avere un accesso ai mezzi di comunicazione, radio e tv, dato che in tanti luoghi la radio è l'unico mezzo per arrivare alla gente. In quest'ambito si spera di fare dei passi in avanti nell'interesse del fedele e del cittadino cubano».

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