Treno terapeutico, primo tour. E Tony Dallara fa il testimonial

Biglietteria, poltrone vere e sul monitor il paesaggio che scorre
Domani l’inaugurazione alla casa di riposo con l’esibizione del cantante

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26/02/2016
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Due ospiti in viaggio sul treno terapeutico della casa di riposo di Gandino

Nulla è più concreto di un sogno a occhi aperti e un viaggio virtuale.
Viene inaugurato domani alle 16 alla casa di riposo Fondazione Cecilia Caccia Del Negro di Gandino il «Treno terapeutico», innovativo ausilio per ridurre le terapie farmacologiche agli affetti da Alzheimer. A sognare per primo, due anni fa, è stato il responsabile del servizio animazione, Pino Servalli, che ha condiviso l’idea con il presidente della Fondazione, Giancarlo Nodari, il consiglio d’amministrazione e il direttore sanitario Cesare Maffeis.
A dare forma al progetto (nel salone refettorio del primo piano) è stato il Dipartimento Design del Politecnico di Milano, con la progettazione esecutiva di Alessandro Biamonti e la consulenza di Ivo Cilesi, specialista nelle terapie non farmacologiche. Dopo il taglio del nastro e i discorsi di rito, ci sarà per gli ospiti una grande sorpresa: l’esibizione del noto cantante Tony Dallara (vincitore del Festival di Sanremo 1960), resa possibile da «Edilizia Interna», principale sostenitrice della nuova realizzazione, e Mery Anesa.
Il «Treno terapeutico» consiste nel simulare in tutto e per tutto uno scompartimento ferroviario, con sedili, valigie, luci soffuse e portaoggetti. Il finestrino, a prima vista normalissimo, è uno schermo ad alta definizione che propone immagini in movimento, con panorami e arrivi in stazione, come se ci si trovasse davvero in treno. Nulla è stato lasciato al caso; ci sono i cartelli che conducono in stazione, la biglietteria e, pronta all’uso, una divisa da capostazione. «Le terapie non farmacologiche – spiega Servalli – aiutano a gestire i disturbi del comportamento dei malati, diminuendo il carico di farmaci e stimolando le capacità cognitive residue grazie ad un’esperienza condivisa e al riaffiorare di ricordi. Per questi viaggi virtuali non è importante la partenza né la meta di arrivo, ma è terapeutico il viaggio stesso. La persona si rilassa, è stimolata, attiva ricordi, relazioni, contatti. Il viaggio è un contenitore di benessere ed è ausilio utile per gli operatori».
Nel treno gandinese si combinano materiali studiati, in consistenza e colori, per i malati di Alzheimer, con pareti antibatteriche che evitano la polvere. Le poltrone (rimovibili per l’accesso in carrozzina) sono dotate di stimoli tattili, l’ambiente ha luci modulabili, controlli e telecamere a circuito chiuso per la gestione ottimale. «La convenzione con il Politecnico – aggiunge Servalli – consentirà rilevamento, verifica e pubblicazione dei risultati terapeutici del progetto».

Parco ed acquario
Il «Treno terapeutico» è solo l’aspetto più appariscente di una serie di interventi utili alla qualità di vita degli ospiti. «Nel salone del primo piano – spiega il presidente Giancarlo Nodari – abbiamo posizionato un enorme trompe d’oeil che amplia lo spazio percepito, oltre ad un acquario virtuale che amplia gli stimoli sensoriali. Si aggiunga a ciò il fiore all’occhiello del grande parco esterno (oltre 7.000 metri quadrati) inaugurato a ottobre ».
Da sottolineare la gara di solidarietà scattata per concretizzare il sogno del treno, costato quasi 40.000 euro. A mobilitarsi sono stati fra gli altri Gruppo alpini, Atalanta Club Valgandino, Pro loco, dipendenti della Fondazione, volontari e familiari degli ospiti. Insieme, nessun sogno è lontano.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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