L’orrore del fronte Serata omaggio ai 102 Caduti

Il libro edito nel 1920 diventa una mostra, allestita in biblioteca. Pergamene ai discendenti

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27/05/2015
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Monsignor Antonietti celebra Messa al fronte, sull’Adamello

«Non possiamo ancor rassegnarci alla dura sorte che li ha strappati ai loro cari».
È immutato a Gandino l’affetto che permea l’incipit del piccolo volume edito nel 1920 a ricordo dei Caduti del paese. A un secolo dall’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale, il Comune commemora questa sera alle 20,45 i 102 giovani che fra il 1915 e il 1918 immolarono per la patria la propria vita. L’iniziativa si tiene nella sala conferenze della biblioteca e vuole raccontare l’enormità del tragico conflitto attraverso i volti, i luoghi e le parentele che legano ancora oggi quei Caduti alla comunità. Gli studiosi locali Iko Colombi e Gustavo Picinali hanno approfondito un lavoro di ricerca avviato nel 2008, grazie alla documentazione dell’archivio parrocchiale. «Il libro edito nel 1920 dalla tipografia dell’oratorio su iniziativa di don Paolo Bonzi – sottolinea Colombi – è stato essenziale per i 93 Caduti gandinesi.
A essi si aggiungono i nove Caduti di Barzizza (che sino al 1927 fu Comune autonomo), per i quali svilupperemo ulteriori ricerche. Il volumetto è stato digitalizzato per creare una serie di pannelli, che saranno in sala. Ai discendenti di ciascun Caduto verrà consegnata una pergamena con la memoria del congiunto». Il certosino lavoro di ricerca offre coordinate precise sui legami familiari di quei giovani soldati, segnalando anche alcune storie emblematiche. «Parleremo per esempio – aggiunge Colombi – di due ragazzi del ’99, Luigi Salvatoni e Pietro Maccari, ma anche di Luigi Genuizzi di Barzizza e Luigi Picinali che morirono al fronte negli ultimi giorni di battaglia. Straziante il caso della famiglia di Antonio Campana di Cirano, che vide morire per ferite e malattie contratte al fronte i figli Pietro, Luigi ed Ernesto (quest’ultimo adottivo)».
Fra i gandinesi Caduti ci fu anche un sacerdote, don Tommaso Carrara, nativo di Serina e coadiutore a Gandino. Al suo ricordo si aggiungerà quello per monsignor Giovanni Antonietti e monsignor Francesco Caccia. Il primo fondò nel dopoguerra a Ponte Selva la «Casa dell’orfano», mentre il secondo fu cappellano militare, pluridecorato e insignito della medaglia d’oro Mauriziana. Un ricordo particolare andrà anche ad Amatore Archetti, che apre il lungo elenco sulle lapidi inaugurate in piazza Vittorio Veneto nel 1921: la sua storia è finita lo scorso anno, grazie al pronipote Alberto Riva, sulle pagine online della rivista americana Newsweek.
Quella del 1915-’18 fu soprattutto una guerra di trincea, in cui la fanteria pagò un prezzo altissimo. Un ricordo sarà per questo dedicato all’Associazione del fante, fondata a Gandino nel 1934. Nel 1964 la sezione fu intitolata ad Angelo Servalli, medaglia di bronzo al valore per essere morto (nel 1916) soccorrendo un commilitone fuori dalla trincea. Verrà proiettato un filmato d’epoca girato in occasione delle celebrazioni.

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